Il contributo della transizione energetica all’occupazione e all’economia

14/09/2021

La transizione energetica dai combustibili fossili alle energie rinnovabili è diventata una necessità impellente per contrastare l’emergenza climatica e tutelare l’ambiente. Nonostante le evidenze scientifiche certe e la diffusa consapevolezza, il passaggio a un utilizzo più sostenibile delle fonti energetiche incontra ancora resistenze da chi teme che il cambiamento debba avere come conseguenze la perdita di posti di lavoro. Numerose previsioni smentiscono però questi timori come infondati: la transizione energetica e le energie rinnovabili, tra cui il fotovoltaico, sono invece un driver di occupazione.

Partendo dal dato occupazionale, secondo la settima edizione del Renewable Energy and Jobs – Annual Review, edito dall’IRENA, nel 2019 gli occupati diretti delle rinnovabili nel mondo avevano raggiunto quota 11,5 milioni, di cui ben 3,8 milioni afferenti alla fonte solare. Numeri già importanti ma soprattutto destinati a crescere sempre più velocemente nel futuro prossimo: sempre secondo il rapporto dell’agenzia internazionale, se adeguatamente supportato da incentivi pubblici, il settore potrebbe creare altri 5,5 milioni di posti di lavoro entro il 2023. Il trend sarebbe così in linea con le previsioni riportate da un altro documento, il Global Renewables Outlook 2020, che al 2050 stima nel complesso 42 milioni di nuovi occupati nel settore.

Stime più conservative, ma sempre positive, sono invece riportate da uno studio pubblicato su One Earth, che stima l’aumento complessivo dei posti di lavoro legati all’energia a 26 milioni per la metà del secolo, di cui l’84% afferente alle energie verdi.

Dai dati di IRENA emergono anche positivi aspettati qualitativi, oltreché quantitativi, nel settore delle rinnovabili. Ad esempio, il settore delle rinnovabili è maggiormente equo a livello di bilanciamento di genere rispetto a quello dei combustibili fossili: con l’occupazione femminile del primo al 32% contro il 21% del secondo.

La generazione di energia da fonti pulite inoltre, grazie all’evoluzione tecnologica e di mercato, è ormai più conveniente rispetto all’alternativa fossile: secondo le analisi della European Electricity Review del think-tank Ember, in diversi paesi dell’Unione Europea i nuovi impianti eolici e fotovoltaici producono già energia a un costo dimezzato rispetto alle centrali fossili esistenti. In questo modo di genera un risparmio considerevole per famiglie e imprese, sbloccando così liquidità che può essere investita in consumi e in miglioramenti produttivi, contribuendo alla crescita economica.

Ad esempio, secondo lo studio European Governance of the Energy Transition, realizzato da Fondazione Enel e The European House – Ambrosetti, nei prossimi 10 anni gli investimenti nei settori coinvolti nel processo di transizione energetica potrebbero avere un impatto cumulativo sul Pil di oltre 8.000 miliardi di euro nell'Unione Europea e oltre 400 miliardi di euro in Italia.

Ma l’impatto concreto delle rinnovabili sull’economia è tangibile anche a livello territoriale: in Chiron Energy siamo impegnati a a contribuire alla crescita delle realtà locali, come nel nostro impianto in fase di realizzazione a San Martino di Venezze, dove i lavori e la successiva manutenzione saranno affidati, per quanto possibile, a ditte locali, così da favorire l’economia locale e ridurre l’impatto ambientale legato ai trasporti.

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